Un magico open day
C’è una foto, scattata dalla collega Daniela Leone, della scuola dell’infanzia “Valle”, che si erge a vero e proprio storytelling dell’open day della scuola primaria “San Vittore”, svoltosi sabato 13 dicembre. Una fatina, Ghiacciolina, con la sua bacchetta magica, sfiora in un fermo immagine il piccolo plesso, regalando a ogni sguardo un quadro originale e personalizzato, ricco di emozioni. Tradizione relativamente recente, risalente ai tempi dell’introduzione dell’autonomia scolastica, l’open day è il momento in cui ogni istituzione si presenta, mostra se stessa, racconta i propri progetti, propone laboratori, rassicura i genitori, costruisce un rapporto di fiducia e si pone in un’ottica di trasparenza comunicativa con l’utenza. Intenderlo come un semplice evento informativo ne sminuirebbe la reale portata educativa e sociale: l’open day non introduce elementi nuovi nella pratica della scuola, ma rende visibile e condivisibile ciò che quotidianamente viene agito. La trama di scelte didattiche, valoriali e organizzative che permeano l’identità d’istituto, così come declinate nel PTOF, diventa in questa occasione realtà concretamente fruibile. L’open day va dunque inteso come una messa in scena, in forma concentrata, della cultura professionale della scuola. Dietro questo evento vi è un'intensa attività di progettazione collegiale, che si impernia sulle priorità educative e sulle strategie ritenute fondamentali per garantire coerenza e continuità nel percorso formativo. Esso rappresenta la sintesi di un lavoro lungo e strutturato, in cui la continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria si configura come principio pedagogico fondante. Le maestre Laura e Michela, dell’attuale classe quinta, insieme alle maestre Anita e Daniela della scuola dell’infanzia “Valle”, hanno costruito, fin da settembre, un raccordo educativo capace di accompagnare gradualmente il passaggio da un ambiente prevalentemente ludico-esperienziale a uno progressivamente più strutturato. Il giorno dell’open day tutto ciò è diventato visibile, consentendo alle famiglie dei futuri alunni di cogliere non solo l’organizzazione della scuola primaria, ma il senso di un percorso autentico, custode della responsabilità istituzionale nei confronti del bambino, che necessita di un cammino coerente, progressivo e comprensibile. Parlare di continuità, infatti, significa superare la frammentazione in segmenti formativi e ragionare in termini di un unico percorso educativo.
Sabato 13 dicembre la scuola primaria “San Vittore” si è presentata vestita a festa. Già prima delle 9.00, una piccola rappresentanza della comunità scolastica si muoveva tra i corridoi e le aule, dando un’ultima sistemazione ai materiali informativi, sistemando tavoli, controllando che tutto fosse pronto. Le aule, invece, sembravano attendere in silenzio i primi sguardi curiosi.
Quando le famiglie sono entrate con passo misurato, osservando gli spazi e ponendo domande semplici ma significative tutto il contesto ha contribuito a rendere il momento interessante e rilassato. L’atmosfera si è fatta subito distesa: non fretta, non formalismi, ma il tempo necessario per guardare, ascoltare, comprendere. Si avvertiva il desiderio autentico di conoscere la nuova realtà scolastica . Per gli insegnanti, questo momento ha rappresentato qualcosa di più di una presentazione: è stata l’occasione per mostrare ciò che la scuola è ogni giorno, nel lavoro quotidiano, nelle relazioni, nelle scelte educative che la contraddistinguono. Durante la mattinata, l’insegnante Vittoria ha accompagnato i genitori in un tour del plesso, illustrando l’organizzazione interna, le routine che aiutano i bambini a orientarsi, le prassi e le regole condivise. Nessuna enfasi! Qualcuno sorrideva, qualcuno annuiva, qualcuno chiedeva ulteriori chiarimenti. È in questi momenti che la scuola smette di essere un edificio e diventa una comunità riconoscibile. Il filo conduttore della presentazione rivolta ai futuri alunni è stata una storia: la storia di Ghiacciolina. Una scelta tutt’altro che casuale. A scuola le storie non sono mai solo racconti: sono contenitori di significato, strumenti di linguaggio comune, luoghi sicuri in cui i bambini possono riconoscersi. Ghiacciolina, dolce fatina, è stata la mediatrice del percorso: i bambini della scuola dell’infanzia “Valle” l’hanno riconosciuta, mentre quelli provenienti da altri contesti hanno potuto conoscerla attraverso le attività laboratoriali ispirate alla sua storia. La narrazione ha accompagnato tutte le proposte, trasformando ogni esperienza in un frammento di racconto condiviso con grandi e piccini. I cartelloni-gioco, dal respiro interdisciplinare, hanno permesso ai bambini di fare esperienza del nuovo ambiente con naturalezza e senza timore. E come ogni storia che si rispetti, la metafora si è trasformata in realtà grazie alla competenza del maestro Nicola, che ha saputo riorganizzare gli spazi dando vita a percorsi di psicomotricità coinvolgenti, e alla vena artistica della maestra Anna, che ha contribuito a una originale rivisitazione dell’amico elfo di Ghiacciolina.
