Le aule della memoria

"Le aule della memoria" sono uno spazio fisico e virtuale attraverso il quale conoscere il mondo dell'istruzione vogherese a partire dalla seconda metà dell'Ottocento.

Si tratta di uno spazio aperto dove svolgere ricerche, approfondimenti, didattica laboratoriale avendo accesso diretto ai documenti originali delle scuole vogheresi.

L'ambiente è così articolato:

area archivio: contiene registri scolastici a partire dal 1860 consultabili in loco e ad oggi, in relazione agli anni 1860-1865.

Area laboratoriale: lo spazio è organizzato per consentire un lavoro di analisi documentaria sia per gli studenti dell'Istituto che per l'utenza esterna.

La strumentazione disponibile consente di fotografare e digitalizzare registri scolastici o altre fonti, coniugando tradizione e modernità.

Aula della memoria: spazio espositivo che ripropone, attraverso arredi storici, fotografie, documenti d'epoca le suggestioni della scuola del passato.


Il progetto

Contesto e idea progettuale

Il progetto è nato da più esigenze: da una parte recuperare e valorizzare spazi inutilizzati all'interno dell'Istituto per proporre agli studenti un ambiente di apprendimento innovativo, capace di coniugare memoria del passato e innovazione tecnologica, dall'altra salvaguardare e tutelare il materiale documentario rinvenuto nei sotterranei della scuola che, opportunamente catalogato e digitalizzato, diventa fruibile anche da utenti esterni.

Sulla base di tali premesse, si è deciso di creare un ambiente di apprendimento così strutturato: "area archivio" nella quale sono conservati in apposite scaffalature metalliche i registri scolastici a partire dal 1860; "area laboratoriale", tecnologicamente attrezzata, per l'analisi e la digitalizzazione delle fonti, con creazione di una banca dati e produzione di modelli interpretativi da parte degli studenti; "area museale" dove sono esposti documenti originali, arredi storici, fotografie relative al mondo dell'istruzione vogherese dalla seconda metà dell'Ottocento alla prima metà del Novecento.

Finalità

Tre sono gli ordini di obiettivi perseguiti da tale proposta progettuale. Sul piano didattico, sollecitando la curiosità intellettuale e lo spirito di identificazione, si mira a stimolare nelle giovani generazioni l'interesse per la storia e il senso della propria identità e delle proprie radici attraverso la metodologia della ricerca e dell'analisi documentaria.

La didattica laboratoriale, che permette di superare il tradizionale approccio della lezione frontale, fa sì che lo studente diventi protagonista del proprio processo di apprendimento, ricercando in modo autonomo dati e informazioni, formulando ipotesi interpretative, validando o meno le stesse, producendo e/o sintetizzando contenuti.

La strumentazione digitale, inoltre, consente di avere accesso ad una pluralità di fonti, di poter disporre di sistemi di catalogazione, ma anche di dare spazio alla creatività individuale.

Sul piano educativo, invece, questo modello di apprendimento è in grado di stimolare negli alunni spirito di imprenditorialità, competenze sociali e civiche, capacità di lavorare in gruppo nel rispetto reciproco.

Sul piano socio-culturale, il progetto intende restituire alla città e al territorio di appartenenza una parte della sua storia degli ultimi 150 anni attraverso la pubblicazione dei documenti scolastici rinvenuti.

La consultazione dei documenti originali, della piattaforma digitale e della relativa banca dati permette agli interessati di ritrovare frammenti di storia familiare e cittadina e di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità locale.

L'apertura della scuola al territorio fa sì che l'Istituzione scolastica diventi soggetto attivo e dialogante con il contesto geografico e le sue esigenze.

Piano di lavoro

Nella prima fase di attuazione, ovvero il corrente anno scolastico, il progetto ha interessato due classi campione dell'Istituto e le rispettive insegnanti di Lettere, con il coinvolgimento dell'Archivista del Comune di Voghera, Dott.ssa Natalia Stocchi.

Tale collaborazione ha permesso di illustrare agli alunni le principali procedure e tecniche in uso negli archivi storici ed è stato funzionale alla selezione di una serie di documenti afferenti al periodo di indagine selezionato e capaci di integrare le informazioni ricavabili dai registri scolastici nel quadro più generale della politica nazionale in merito all'istruzione elementare.

Tra la ricca documentazione rinvenuta, si è deciso di selezionare i registri scolastici relativi al 1860-1864, privilegiando quindi un criterio di scelta di tipo cronologico (si tratta infatti dei documenti più antichi).

Mentre l'analisi del materiale documentario e il recupero dei locali da utilizzare sono iniziati a partire dal mese di settembre, l'attuazione del progetto con il diretto coinvolgimento degli alunni ha preso avvio a partire dal mese di febbraio 2016.

Gli studenti, con la guida dei docenti, hanno letto, interpretato e contestualizzato la documentazione storica.

E' stata privilegiata la scelta di un supporto digitale sia per salvaguardare la documentazione originale che per agevolarne la consultazione da parte degli alunni e dell'utenza esterna.

E' stata realizzata a tal fine una piattaforma digitale online con relativa banca-dati che permette di accedere ai materiali digitalizzati e di effettuare ricerche su alunni, insegnanti, anni di corso... il tutto corredato da video monografici di approfondimento.

Destinatari

Il lavoro svolto sui registri del 1860-1864 vuole essere un modello che si presta a successive implementazioni da parte di altre classi dell'Istituto, di studenti delle scuole cittadine o di utenti interessati ad approfondire aspetti di storia locale o effettuare ricerche e/o approfondimenti.


Le scuole

L'istruzione a Voghera nell'Ottocento

Analizzando la realtà scolastica vogherese dell'Ottocento troviamo un ambiente ricco di istituti laici e religiosi dedicati all'istruzione.

Quasi ogni via, anche grazie alle classi private sorte per iniziativa dei singoli maestri, aveva una scuola; queste erano di vario genere: scuola elementare, di metodo, di mutuo insegnamento, ginnasio.

Da questo possiamo intuire che l'istruzione a Voghera era tenuta in gran conto, soprattutto presso le famiglie benestanti che erano circa due terzi della popolazione.

Le scuole più importanti erano:

  • Convento di Santa Caterina, situato nella zona dove ora sorge l'IPSIA Calvi, l'Ufficio delle Entrate e la caserma della Guardia di Finanza, era forse l'edificio più grande e rappresentativo; durante la seconda metà dell'Ottocento venne diretto dal Maestro Francesco Carlone, rimasto nell'immaginario cittadino come "il Maestro";
  • Convento di Sant'Agata, situato nell'attuale Piazza Cesare Battisti, ebbe tra i suoi alunni Ricotti, Plana e Angelini, nel 1801, in seguito alla soppressione delle corporazioni religiose, passò al Comune di Voghera dove rimasero le scuole elementari fino al 1853;
  • Casa Dal Verme, tra Via Emilia e Piazza San Bovo, sede per alcuni anni a metà Ottocento delle scuole femminili;
  • Scuole delle Opere Pie, situate nell'Ospedale del Carmine o della Misericordia, presso la chiesa del Carmine in Via Mazzini, dal 1852 fu sede di una scuola di metodo per le maestre;
  • Collegio Nazionale, ancora esistente in Via Plana, era la sede del ginnasio e del liceo, diventata definitiva nel 1832, alla riapertura; nel 1861 vi furono unite le scuole tecniche, soppresse 24 anni dopo; il liceo da pareggiato divenne governativo nel 1890 e in quell'occasione si provvide all'ampliamento della struttura.

Oltre a queste, che consideriamo come principali, ve ne erano altre; le più famose le classi maschili organizzate in casa propria dal Maestro Carlone in Via dell'Arcipretura (ora via Galilei) e quelle femminili della Maestra Strambini nella casa tra Via Plana e via Lantini, che accoglieva soprattutto le fanciulle delle migliori famiglie.

Anche la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Voghera stabilì di creare una scuola elementare serale a cui potevano accedere soci e familiari. Le spese dell’istruzione elementare erano sostenute dal Municipio.

Dalle Notizie Statistiche dell'Istruzione elementare del Regno emerge che, nel 1853, nella nostra città si contavano già 87 classi pubbliche maschili e 32 femminili, che contavano circa 2400 alunni su circa 15000 abitanti.

Per capire più dettagliatamente quale fosse lo stato di salute dell'istruzione elementare nel Regno di Sardegna, si può analizzare quanto emerge dalle Notizie Statistiche relative al triennio 1854-1856.

Notizie statistiche dell'Istruzione elementare del Regno per gli anni scolastici 1854-1855-1856

A cura del Ministero dell'Istruzione pubblica, vengono date notizie statistiche riguardanti le scuole elementari del Regno.

Complessivamente il bilancio risulta positivo perché si osserva un aumento del numero di scuole e un complessivo miglioramento nella qualità dell'istruzione.

Istituzioni scolastiche e alunni

Nel triennio preso in esame (1853-1856), le scuole maschili passano da 5338 a 5922, mentre quelle femminili da 2208 crescono a 2901.

I comuni senza scuola elementare maschile, nel 1856, sono 145. Si tratta di comuni poco popolati, nei quali la mancanza di scuole è dovuta alla carenza di fondi e di maestri qualificati.

Aumentando il numero delle scuole, ovviamente, si registra anche un incremento della frequenza scolastica: se infatti nel 1853 gli alunni frequentanti le scuole pubbliche e private erano in tutto 259.000, nel 1856 sono saliti a 319.000.

Situazioni critiche

Si stima che i ragazzi che dovrebbero frequentare la scuola siano 700.000, mentre i ragazzi che la frequentano realmente si limitano ad essere 400.000.

Nonostante qualche migliaio di giovani riceva l'istruzione a casa o in istituti di beneficenza, non si può negare che circa 3/7 dei fanciulli di tutto il Regno non goda dell'istruzione necessaria.

Sebbene la legge dichiari obbligatoria per i Comuni l'istruzione elementare, molti comuni non hanno i mezzi economici sufficienti per la costruzione di almeno una scuola, pertanto molte borgate ne rimangono prive.

Le Province cercano di risolvere questo problema distribuendo aiuti in denaro ai Comuni in difficoltà, ma non sempre questi finanziamenti soddisfano i reali bisogni.

Dato che la legge non ha imposto nessun obbligo al riguardo, tali sovvenzioni spesso sono scarse e precarie.

Anche lo Stato cerca di provvedere alla soluzione di tali problemi attraverso annuali finanziamenti, però, dato che i Comuni privi di scuola sono numerosi, questi aiuti non hanno una grande efficacia.

Non sono solo i problemi economici alla base della mancanza di scuole in alcune zone del Regno, infatti è presente anche una difficoltà nel trovare insegnanti, sebbene sembri che il numero dei docenti con la patente sia superiore alle reali necessità.

Il personale docente

Fino al 1856 non sono state istituite "scuole normali permanenti" con lo scopo di formare buoni maestri, ma sono state aperte scuole magistrali solo nelle Province dove si è manifestata tale necessità.

Il corso, della durata di dieci mesi, si conclude con gli esami ai quali si possono presentare anche coloro che non hanno frequentato la scuola.

Fino al 1855 in alcune province, per facilitare la transizione tra le vecchie scuole di metodo (che duravano solo per il periodo delle vacanze autunnali) e le nuove scuole magistrali, si è tollerato che i corsi avessero una durata più breve (sei mesi, quattro mesi o anche meno).

Questo sistema ha fatto sì che nei registri presso il Consiglio Generale delle scuole elementari risultassero iscritti dal 1845 al 1853 non meno di 6.090 maestri e 2.409 maestre. Nonostante ciò, l'Autorità scolastica ha dovuto tollerare, nel 1856, la presenza in servizio di ben 1523 maestri e 822 maestre senza regolare patente.

Questo fenomeno è dovuto al fatto che molti insegnanti, dopo aver conseguito la regolare patente, si sono ritirati dall'insegnamento per dedicarsi a più lucrose occupazioni.

A nulla quindi varrebbero interventi per migliorare i percorsi di formazione dei docenti se, al contempo, non si provvedesse a rendere più onorevoli gli stipendi.

Per quanto riguarda il reclutamento dei maestri, molti comuni preferiscono coloro che si accontentano di uno stipendio basso a quelli più bravi e qualificati.

Nel 1853 la media complessiva degli stipendi dei maestri è di 396.90 lire, nel 1856 diventa di 396 lire.

Stipendi così bassi non costituiscono certo un incentivo ad intraprendere un percorso di studi abilitante alla professione.

Il problema degli stipendi può essere risolto solo con una legge sull'istruzione elementare che regoli i salari da corrispondere agli insegnanti (precisando in quale proporzione debbano concorrere i Comuni, le Province e lo Stato) e che provveda ai maestri che si assentano dal lavoro per malattia o non siano più in grado di esercitare la professione per vecchiaia.

Viene però sottolineato che, mentre vecchie scuole di metodo duravano solo tre mesi ed erano riservate alla formazione dei maestri, i nuovi corsi magistrali, invece, possono essere frequentati da aspiranti insegnanti di ambo i sessi.

In tali scuole sono stati altresì ampliati i programmi e resi meno facili gli esami, anche grazie ad una più attenta vigilanza da parte del Ministero.

Col Regio Decreto del 21 agosto 1853 si lascia però facoltà di presentarsi agli esami anche a coloro che non hanno frequentato le lezioni, ma che risultino in possesso delle necessarie cognizioni.

La legge prevede anche che, in mancanza di insegnanti con patente, i comuni possano assumere maestri che siano stati sottoposti ad un esame su un programma più ristretto.

Questa decisione, che aveva lo scopo di evitare che le località meno agiate rimanessero senza scuole, ha fatto sì che diversi Municipi approfittassero di tale facoltà in modo da ridurre gli stipendi a £ 300.

I programmi di insegnamento

Il Governo non si è adoperato solo per avere maestri capaci, ma si è anche preoccupato che i programmi di insegnamento vengano compresi e svolti dai maestri secondo lo scopo a cui sono indirizzati.

Si dà una grande importanza all'istruzione religiosa e morale, considerata il fondamento dell'educazione e dell'ordine sociale.

Posto di primo piano, poi, viene riservato all'insegnamento della lingua nazionale, perciò a scuola devono essere svolti molti esercizi pratici di composizione.

L'uniformità dei libri di testo dà una regola a cui attenersi ed evita che gli insegnanti devino rispetto al programma prestabilito dal governo.

La riforma destinata ai programmi scolastici delle classi elementari viene formalizzata nel 1856 tramite un decreto che adatta i programmi di insegnamento all'età degli alunni.

Vengono introdotti, inoltre, alcuni obblighi per i maestri come quello di tenere aggiornato il registro con i dati relativi alla frequenza e al profitto degli studenti, anche durante gli esami, sia semestrali che annuali.

I comuni rurali

A differenza di quanto avviene nelle città, il rapporto mette in evidenza che nei comuni rurali la frequenza dalla scuola è interrotta per molti mesi.

La scarsa vigilanza da parte delle famiglie, i bassi stipendi assegnati ai maestri, il fatto che i genitori abbiano bisogno della manodopera dei figli nei campi fa sì che, durante i mesi dei lavori campestri, le scuole o non vengano affatto frequentate o vengano frequentate in modo molto irregolare.

A fronte di tutto ciò, l'unica soluzione possibile sembra quella di adattare l'orario scolastico ai ritmi dei lavori stagionali delle diverse località, o di istituire delle scuole domenicali che sarebbero motivo di pubblica benemerenza per i maestri.

Le scuole private

Dal 1850 in poi le scuole private sono state interessate da diversi cambiamenti, prima di tutto sono progressivamente diminuite. In precedenza, dato che i comuni non provvedevano sufficientemente all'istruzione elementare, le famiglie più facoltose cercavano l'istruzione negli istituti privati.

Con la diffusione delle scuole pubbliche, tra le private sono rimaste aperte solo quelle migliori; è importante notare che maggiore è il numero delle scuole private femminili rispetto al numero di quelle maschili.

Il motivo di ciò è dovuto al fatto che il numero delle scuole pubbliche maschili è maggiore di quello destinato alle ragazze. Per compensare la mancanza di scuole pubbliche femminili, vengono creati più istituti privati per le fanciulle.

Queste scuole però sono lontane dal pareggiare il livello di istruzione delle ragazze a quello dei ragazzi. Le scuole private, infine, vengono istituite solo nei comuni dove ci sono abbastanza alunni provenienti da famiglie che si possono permettere le spese per questo tipo di istruzione.

Scuole pubbliche e private della provincia di Voghera (76 comuni)

1854

1855

1856

Scuole pubbliche maschili superiori

6

6

4

Scuole pubbliche maschili inferiori

97

96

93

Comuni senza scuola pubblica maschile

1

1

3

Scuole pubbliche femminili superiori

2

2

2

Scuole pubbliche femminili inferiori

40

48

49

Comuni senza scuola pubblica femminile

49

41

37

Scuole private maschili

2

2

2

Scuole private femminili

16

16

10

Maestri di scuole pubbliche e private con Patente definitiva

89

69

67

Maestri di scuole pubbliche e private con Patente provvisoria

16

35

30

Maestre di scuole pubbliche e private con Patente definitiva

57

54

52

Maestre di scuole pubbliche e private con Patente provvisoria

3

16

9

Condizione dei maestri delle scuole pubbliche

Ecclesiastici

58

57

48

Condizione dei maestri delle scuole pubbliche

Laici

45

45

49

Alunni che frequentano le scuole pubbliche e private di Voghera

1854

1855

1856

Frequenza alle scuole pubbliche maschili (inverno)

4612

4618

4560

Frequenza alle scuole pubbliche maschili (estate)

2769

2811

2286

Frequenza alle scuole pubbliche femminili (inverno)

2159

2575

2550

Frequenza alle scuole pubbliche femminili (estate)

1205

1703

1274

Frequenza alle scuole private maschili (inverno)

80

79

61

Frequenza alle scuole private maschili (estate)

70

79

61

Frequenza alle scuole private femminili (inverno)

372

467

227

Frequenza alle scuole private femminili (estate)

296

467

227

Numero approssimativo di fanciulli d’ambo i sessi atti alle scuole da 6 a 12 anni: 14.528

La scuola elementare a Voghera nella seconda metà dell'Ottocento

La prima scuola elementare di Voghera si trovava presso il monastero di Santa Caterina. Vi erano entrate e aule differenti per i maschi e per le femmine: l'ingresso per i ragazzi era in via Monastero (ora Via Ricotti), mentre quello per le ragazze era in via Santa Caterina (ora via Scovenna).

Le aule dei primi si trovavano al piano terra, quelle delle studentesse al piano superiore. Il complesso scolastico era diretto da Francesco Carlone, considerato un benemerito educatore, attento all'ordine e alla disciplina, che aveva votato la sua vita all'insegnamento.

La legge Casati del 1859 (che prese il nome dal ministro dell'istruzione dell'epoca, Gabrio Casati) imponeva agli enti comunali di provvedere ai corsi elementari divisi in inferiori, di prima e seconda (c'era anche la possibilità di dividere ulteriormente la classe prima in prima inferiore e prima superiore) e superiore, di classe terza e quarta.

Le classi prime e seconde erano obbligatorie, ma in realtà solo nel 1877, con la legge Coppino, viene dichiara l'obbligatorietà di frequentare la scuola fino all'età di 9 anni.

La legge distingueva le scuole elementari pubbliche in due categorie, urbane e rurali, e fissava a 70 il numero massimo di alunni per ogni classe.

Le "Istruzioni per il governo delle scuole elementari municipali di Voghera", approvate dalla Giunta Municipale il 21 novembre 1877, sono un vero e proprio regolamento atto a garantire il buon andamento delle scuole a cui devono contribuire: il sindaco (o un suo assessore da lui delegato), la Commissione della Sopraintendenza Scolastica, la Commissione delle signore Ispettrici, il Direttore e la Direttrice locali, i Maestri e le Maestre effettivi e quelli supplenti.

La scuola maschile aveva un Direttore, mentre quella femminile aveva una Direttrice. Il Direttore e la Direttrice erano nominati dal Consiglio Comunale e avevano la responsabilità di dirigere in modo idoneo la scuola.

Dovevano trovarsi a scuola per primi e non si potevano allontanare dai loro istituti se non dopo l'uscita degli alunni e, nel caso uno scolaro avesse avuto necessità di tornare a casa prima dell'orario stabilito, doveva essere accompagnato da un bidello.

Alle Direttrici spettava anche il compito di vigilare che le alunne avessero il materiale necessario ai lavori di maglia e di ago e che questi lavori non venissero portati a casa, se non dopo essere stati finiti.

Gli insegnanti, invece, avevano il compito di controllare gli alunni al loro arrivo a scuola e di verificare che fossero muniti dei libri e dei quaderni necessari allo svolgimento delle lezioni.

Inoltre dovevano assicurarsi che gli scolari e le scolare fossero sufficientemente puliti e ordinati, tanto nella persona che negli abiti.

Nel febbraio del 1885, a seguito dell'istituzione del Distretto Militare in città, iniziò un intenso dibattito in seno al Consiglio Comunale sui locali da destinare al Distretto.

Provvisoriamente venne collocato in alcuni locali del monastero di Santa Caterina e di Sant' Agata.

Il Consiglio Comunale, dato che non aveva trovato un accordo, venne sciolto; venne inviato un Regio Commissario e, il 2 maggio 1886, vennero tenute le nuove elezioni comunali e la nuova amministrazione decise di costruire un nuovo edificio scolastico.

Sempre nel 1866 il Comune di Voghera decise di costruire una nuova scuola elementare maschile e femminile, capace di accogliere un totale di circa 2000 alunni.

Il 20 agosto dello stesso anno venne bandito un concorso per la scelta di un progetto che doveva rientrare nella spesa di 350.000 lire.

Tra i progetti presentati, fu realizzato, con la sola modifica della facciata, quello dell'ing. civico Paolo Cornaro.

Questa scuola venne ultimata e inaugurata nel 1888; qui venne spostata l'istruzione elementare con la gran parte della documentazione proveniente dalle scuole cittadine.

Questo archivio, ora recuperato, mostra una realtà ricca e dinamica, che vediamo talvolta simile o diversa alla nostra, a seconda degli aspetti analizzati.

L'esempio lo possiamo trovare nell'analisi delle questioni disciplinari, eseguita anche grazie alla collaborazione con l'archivio storico del Comune di Voghera.

Provvedimenti disciplinari

Dai documenti analizzati emerge una notevole indisciplina, soprattutto negli atteggiamenti dei ragazzi all'esterno dell'edificio scolastico; un esempio lo troviamo nei vari reclami e risposte tra il magazzino di Privative, l'Intendenza di Finanza, la Sotto Prefettura, il Municipio e la Direzione delle scuole elementari.

Il reclamo partì dal magazzino delle Privative, situato di fronte alla scuola nel piano terreno del castello, verso l'Intendenza di Finanza.

Oggetto è il comportamento dei ragazzi, soprattutto maschi, al di fuori della scuola; viene specificato che questi si trovano in una situazione incontrollata e favorevole, lo spazio del fossato ricoperto in cui si potevano trovare sassi di ogni misura, a veri e propri "campi di battaglia"M. Il magazziniere aggiunge che ciò non sarebbe un vero problema se a farne le spese non fossero le finestre degli uffici con conseguente possibilità di danno agli impiegati.

La soluzione prospettata è quella di munire di reti di fil di ferro le finestre degli uffici.

L'Intendenza di Finanza mandò notifica alla Sotto Prefettura di Voghera, la quale trasmise a propria volta al Municipio integrando il reclamo con la richiesta di una sorveglianza da parte delle guardie municipali della zona oggetto di lancio di sassi.

Questa lettera venne integrata dalla stessa Sotto Prefettura il giorno successivo da un'ulteriore richiesta di presidio da parte delle guardie municipali della zona del viale di fronte la scuola, a causa del comportamento dei ragazzi che correvano dietro la macchina del "tranvia", attraversavano i binari davanti a questa, vi si attaccavano e facevano altri scherzi.

Il Municipio rispose due giorni più tardi comunicando di aver preso gli opportuni provvedimenti perché la zona fosse sorvegliata meglio dai maestri e dalle guardie. Venne suggerito, allo stesso scopo, anche l'utilizzo dei militari posti a sorveglianza della prigione di fronte al magazzino delle Privative.

L'analisi di questi documenti ci porta a riflettere su alcuni aspetti dell'educazione e della disciplina che non sembrano così diversi da quelli a cui siamo abituati oggi.

Ringraziamo per i documenti, le statistiche, e l'aiuto per l'analisi degli stessi la responsabile dell'Archivio Storico di Voghera Dottoressa Natalia Stocchi.


Cartoline d'epoca

Queste cartoline d'epoca, gentilmente messe a disposizione dal Signor Sergio Fugazza, noto collezionista vogherese, mostrano come la Scuola Elementare Comunale rappresentasse un elemento di spicco della città, un segno distintivo della sua identità.

Inaugurato nel 1888 alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Carlo Boselli, l'istituto fu definito dallo stesso "il migliore d'Italia" in quanto "inondato da aria pura e vivissima luce, esercita una forte influenza sull'animo dei fanciulli perché le belle scuole e la condizione dei maestri sono i principali coefficienti per diffondere e rendere proficua l'istruzione".

Osservando attentamente le immagini, ci si rende conto di come la scuola e la città siano profondamente cambiate.

Cartolina "Saluti da Voghera". Nel riquadro si nota la scuola Dante. Angolo di Nord-Est, incrocio tra via Dante e via XX settembre. Lato Est su via Dante. Si nota la scritta "Scuola professionale e tecnica G. Plana". Lato Nord fotografato da Ovest. Lato Nord fotografato da Est. Sulla strada si vedono le rotaie del tram.
Ingresso su via Manzoni e sullo sfondo entrata del Castello. Gruppo di bambini su via XX settembre, lato Nord. Cortile interno, sezione femminile. Ingresso da Via Dante, sulla destra si nota il busto di Giovanni Plana. Cortile interno, corridoio centrale.

In linea con le finalità didattiche ed educative esplicitate nella proposta progettuale, l'IC Via Dante si è reso disponibile ad accogliere studenti di altri istituti cittadini interessati a lavorare sulla documentazione rinvenuta, digitalizzando i registri e inserendo i relativi dati nel database della piattaforma "Le aule della memoria".

È stata pertanto formalizzata una proposta di alternanza scuola-lavoro con alcuni Istituti di Istruzione Secondaria di Voghera, nell'ottica della tutela e della condivisione di risorse archivistiche che rappresentano un patrimonio comune della città e delle sue istituzioni culturali.

Gli studenti che hanno partecipato all'iniziativa sono stati affiancati, nella prima fase di lavoro, da tutor interni, in modo da acquisire le competenze necessarie all'uso della strumentazione, successivamente hanno gestito in modo più autonomo gli incarichi assegnati.

Modalità e tempi di lavoro sono stati concordati direttamente con gli alunni e con le relative scuole di appartenenza.

Il progetto di alternanza scuola-lavoro ha visto la proficua collaborazione di 35 studenti provenienti dai seguenti Istituti:

Istituto di Istruzione Superiore A. Maserati

Sezione Liceo delle Scienze Applicate
Sezione "M. Baratta" - Turismo

Liceo Galileo Galilei

Sezione Liceo Linguistico
Sezione Liceo delle Scienze Umane

Istituto di Istruzione Superiore Carlo Calvi

Sezione "Maragliano" - Turismo